Diventare famosi pur mantenendo l’anonimato?

Si fa chiamare “Banksy”, è un artista inglese di cui non si conosce il volto, anzi, tutta la sua identità è sconosciuta. E’ considerato dalla critica dell’arte di strada uno dei maggiori esponenti di “street art”.

Le sue opere le troviamo in Europa e in giro per il mondo, sono controverse, discutibili e a tratti dure. Si sta alimentando una vera e propria moda di fare “Bansky turismo” (così l’abbiamo definita in Podium) per “seguirlo” e fotografarlo ovunque.

L’artista si esprime con un forte taglio satirico nello spazio urbano, fra strade, ponti, vicoli e palazzi descrive tutto quanto è per lui assurdità: la manipolazione mediatica, la povertà, l’inquinamento terrestre, il maltrattamento degli animali, lo sfruttamento dei bambini e tutto quanto c’è di aberrante nel mondo. La sua arte oscura, ma illuminante è visibile pubblicamente a tutti.

Bansky, nonostante non venda riproduzioni o fotografie dei suoi graffiti, è diventato uno degli artisti più quotati dai maggiori centri di aste che si accalcano per bandire anche croste di muri dipinti da lui.

«Fa tutto questo e resta anonimo. Penso che questo sia fantastico. Nei nostri giorni tutti tentano di essere famosi. Ma lui ha l’anonimato»
Brad Pitt