Venticinque argomenti di lavoro in azienda

Pensati per il turismo, e validi per il mondo del lavoro a 360 gradi

Accettazione dei ruoli

 Nello sport, nelle aziende, nelle professioni c’è chi riesce e chi non ce la fa.
Siamo portati a pensare che la differenza stia fra chi ha avuto accesso ad una istruzione migliore e chi invece non ha avuto questa possibilità, oppure al talento naturale.
E’ tutta qua la differenza?
Ammettiamo che questa diversa partenza nella vita di ognuno di noi abbia un valore.
Senz’altro lo ha. Però chi ha lavorato nella scuola per una vita ci dice anche una cosa diversa.
Ci dice che fin dalle prime classi si vede chi è portato per lo studio e chi no, ma la scuola da sola non è l’unico indice di successo nella vita degli individui.
E allora?
In Podium ci chiediamo di continuo come operare al meglio.
Per noi significa anche lavorare meglio e non di più.
Per riuscire abbiamo analizzato in molti dettagli le nostre azioni quotidiane.
L’agito fa una grande differenza che spesso non si coglie. In questo modulo di formazione diamo una serie di consigli pratici su come migliorare le performance di ognuno di noi senza traumi, ma con una formazione mirata. Responsabilizzazione e chiarezza di ruolo, che sono diverse dall’organizzazione, hanno una funzione di primo piano spesso trascurata sopraffatti dagli eventi quotidiani.
La sopraffazione è la chiave che ci porta fuori dal nostro obiettivo.
Semplice, ma non facile.
Come sempre una soluzione c’è.

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Motivare la squadra

 “L’ispirazione viene, ma deve trovarti già al lavoro”.
Questa ci piacerebbe averla detta noi di Podium, invece l’ha detta Picasso.
Ha un senso profondo che va molto al di là del significato delle parole che esprime.
L’ispirazione è sempre intorno a noi, il fatto è che bisogna riuscire a coglierla.
E’ un po’ come il treno che passa. Può anche passare tutti i giorni, ma se non si va mai in stazione non ci si salirà mai.
L’ispirazione porta con sé altri marcatori positivi all’interno delle aziende. La motivazione senza ispirazione sarebbe una questione complessa.
Lo è lo stesso. Come faremmo poi a creare una squadra di persone entusiaste se non si riuscisse ad ispirare, a contagiare con la motivazione?
Non sarebbe per niente facile. Forse impossibile.
Questo modulo ci fa esempi concreti su come si crea, gestisce e si fa dilagare ispirazione, motivazione ed entusiasmo nella squadra che spesso è anche tutta l’azienda e non solo una parte di essa.

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Affidabilità & fiducia 

 I termini positivi portano con sé positività.
In questo modulo di formazione spieghiamo perché è importante avere un clima di positività intorno a noi stessi, e come possiamo essere sempre noi a realizzarlo in una squadra al lavoro.
Ci sono elementi facili da mettere a fuoco, altri meno ovvi, e su questi concentriamo la nostra attenzione. Un atteggiamento ‘sbagliato’ che possiamo adottare, sebbene in modo inconscio, può minare la fiducia che trasmettiamo.
A volte per sempre. Questi tre atteggiamenti sono strettamente connessi e la loro disconnessione non porta ad alcun buon risultato nella vita, così come nella professione.
Qualsiasi essa sia. Non esiste un ‘potere’ che viene dato a qualcuno e a qualcun altro no.
Esiste solo la possibilità che tutti noi assumiamo una ‘coscienza’ e che questa unilateralità di scelta e di vedute ci educhi al solo fine di farci raggiungere questo obiettivo.
Nella realtà dei fatti la mancanza parziale, o totale, di queste caratteristiche non ci portano a nessun obiettivo davvero importante.
Si possono costruire e fare in modo che siano elementi distintivi della nostra persona, della squadra di cui facciamo parte e dell’azienda in cui lavoriamo? La risposta è sì. Non sono casuali, e bisogna lavorare in modo appropriato per far crescere questa sorta di attitudine.
Del resto, volendo, tutto si crea. 

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Importanza dell'azione

 Agire, si sa, è uno degli elementi determinanti della vita di tutti noi.
Lo è tanto più nella vita lavorativa di tutti noi. Senza azione non si crea niente. Dall’azione c’è speranza che osservatori acuti sappiano trarre i cambiamenti che sono alla base del progresso.
Il progresso nel nostro lavoro determina il valore dello stesso, e alla fine si arriva al compenso che ognuno di noi ne trae. Detta così è di una facilità sconvolgente. Perché allora molte organizzazioni non sopravvivono al primo alito di crisi, o alla concorrenza degli ultimi arrivati?
Ecco la necessità di una riflessione profonda che analizzi gli aspetti della cultura aziendale e di chi quella cultura ha il dovere di sollecitarla, rinnovarla e renderla condivisibile e, condivisa, dalla propria squadra. Perché un’azienda di successo ad un certo punto si affloscia? Perde smalto e spesso perde tutto?
Spieghiamo in modo dettagliato in questo modulo la differenza fra l’azione e l’inazione anche se a prima vista potrebbe sembrare ovvio. Non lo è. Abitudini, successo, buoni risultati sono spesso i nemici da affrontare nell’azione che porta al rinnovare le imprese. La differenza ancora una volta sta nella testa di chi ne fa parte e ne condivide il destino. Anche l’ultimo impiegato arrivato dovrebbe avere questo tipo di coscienza.
Purtroppo questa coscienza non viene insegnata a sufficienza, quindi sta a noi manager d’impresa l’arduo compito.

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Apertura mentale

 Una faticaccia.
Stare attenti a quello che ci succede intorno, interpretarlo, farlo nostro ed avere un’idea ad ogni proposito; ma perché? Il contrario: non far caso a nulla, fregarsene, stare tranquilli, non avere idee e vivere con calma e tranquillità ogni momento. Fra le due l’una. La prima porta alla fantasia e alla libertà.
La seconda alla depressione e alla prigionia della propria pigrizia. Vista così ognuno di noi in qualsiasi attività dovrebbe sempre essere al top della propria attenzione solo perché l’alternativa è impregnata di nulla.
Eppure perché le novità spaventano quasi tutti? E come vi ci adattiamo solo dopo che eventualmente siamo stati costretti dagli eventi, o dal perdurare delle situazioni esterne?
Sarebbe invece nostro interesse, e lo sarebbe da molti punti di vista, sollecitare con la nostra mente la nostra adattabilità alle situazioni. Esaminiamo in questo modulo l’importanza fondamentale e i vantaggi della flessibilità e della adattabilità. Seguiamo alcuni degli studiosi del passato per renderci conto di quanto ancora oggi certe affermazioni e studi siano attuali. Non basta essere forti, neppure intelligenti per non venire sopraffatti.
E’ necessario essere adattabili. Un concetto che il nostro benessere, una certa arroganza di sistema, e la nostra scarsa abitudine all’osservazione ci fanno mancare. Rincominciamo da qui e percorriamo un itinerario che ci porta a capire che la mente è inesauribile. 

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Comunicare chiaramente  

 In tanti siamo convinti di dire le nostre cose in modo chiaro.
Molti credono, diseducati da show televisivi che andrebbero chiusi seduta stante, che chi urla più forte ha più ragione e dice cose più importanti. Altri credono che parlare sopra sia segno di supremazia.
Siamo definitivamente contro corrente, niente di tutto questo ha un briciolo di appartenenza a chi davvero ha interesse ad essere capito comunicando chiaramente.
In questo modulo formativo dal forte impatto empatico, ci siamo impegnati a scavare nella comunicazione vera. Comunicazione vera per noi di Podium vuol dire innanzitutto farsi capire.
Puoi sbraitare quanto vuoi, ma se non vieni capito e per la mancanza di tue idee valide strilli, insulti, e copri gli altri, non fai bene a nessuno. Neppure a te.
Nel lavoro come nella vita questo nostro punto di vista riteniamo sia ancora più importante. I collaboratori di qualsiasi azienda male accettano condizioni come quelle sopra descritte.
E hanno ragione a non farlo. Di più non ci sarà mai un’azienda florida senza la comprensione dei fenomeni che circondano la vita lavorativa dei collaboratori.
La comprensione passa attraverso la comunicazione, e la comunicazione non è parlare. Le motivazioni per rendere partecipi gli altri richiedono molto di più che qualche guitto. Ci vuole altro, molto altro. In questo modulo diciamo come e cosa. 

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Gestione del tempo

 In un afflato filosofico potremmo dire che il tempo è l’unica cosa che abbiamo fra il primo vagito e l’ultimo respiro.
Eppure siamo soliti dire che la salute è tutto. Vero che la salute è tutto fin quando perdura il tempo a disposizione.
Tutto ciò premesso, perché il tempo non ci basta mai?
Per una ragione molto semplice. Lo usiamo male. Se usassimo la salute allo stesso modo avremmo qualche difficoltà. Come usare bene il tempo? Anche qui ci sono retaggi difficili da smuovere.
Anni fa proponemmo ai collaboratori di un’azienda del nostro gruppo di fare un esperimento per tentare di raggiungere lo stesso risultato in minor tempo. E’ stato rifiutato.
Ancora oggi qualcuno ci vede una trappola nel mantra del lavorare meglio anziché di più. In questo modulo viene analizzato con cura l’impiego del tempo e come usare alcuni, pochi, stratagemmi su come ottimizzarlo e migliorare l’organizzazione personale.
Una ‘to do list’ è uno dei cardini, lavorare sul legno del tavolo è un altro, usare parti della giornata per organizzare le ore successive è una terza e così via. Il tempo è tutto, non sprechiamolo e rendiamolo interessante e piacevole. E’ solo la nostra vita.

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Costruire il futuro

 Quando le situazioni rotolano, nessuno si fa troppe domande sul futuro.
Quando a rotoli ci va il mondo, o il nostro mondo, allora si tende a perdere la testa.
Il futuro non ha certezza da dare, a nessuno. E’ una visione dura, ma è così.
In questo modulo dal forte accento realistico spieghiamo come si può fare a determinare il proprio futuro fuori dalle convinzioni e interpretazioni della classica filosofia formativa.
Cioè convinzioni, ipotesi vincenti, e si può fare. In Podium sappiamo bene che tutto si può fare, perché noi molto l’abbiamo fatto. Ma il futuro è domani, e non ci puoi vivere dentro. Il passato era ieri, e neppure lì ci puoi stare più. Perfino il ‘qui e adesso’ se non è frutto di pensieri costruiti a modo può funzionare.
Di nuovo conduciamo chi ci ascolta in un dedalo di pensieri e azioni che fanno una grande differenza fra capire il da farsi e come farlo e non pensarlo solo arenandosi dopo qualche giorno.
La forza di questo modulo e sfatare luoghi comuni e dare una visione vera su come il nostro atteggiamento, supportato da azioni, può davvero cambiare il destino.
Oggi è il futuro di ieri, e domani sarà quello di oggi. Ciò che agiremo oggi impatterà forte su domani.
Quello che abbiamo fatto ieri lo vediamo risultare oggi. 

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Ascolto

 Hai mai pensato al vantaggio di avere due cervelli?
O forse anche di più. Una infinità di cervelli a tua disposizione, gratis, senza sfruttarli, facendo un’attività per cui tutti noi siamo nati, ma che stentiamo costantemente a mettere in pratica.
Ecco che in questo modulo ci concentriamo su come fare in pochi passi un’attività di enorme vantaggio per la nostra vita professionale e non solo. Sembra infatti che una delle attività umane meno praticate sia ascoltare. Eppure siamo stati costruiti con due orecchie e una sola bocca.
Sembrerebbe che dovremmo ascoltare il doppio di quanto dovremmo invece parlare. Perché non funziona così? Lo analizziamo in questo modulo che parla di ascolto e di come metterlo in pratica con una serie di consigli pratici. Ascoltare non è solo un atto di educazione, ma una convenienza senza confini se solo lo si sa mettere in moto.
La presunzione è quella che ci frega, ed è anche quella che ci porta a fare confusione fra la nostra voglia e necessità di primeggiare e la pochezza della nostra coscienza se la sapessimo ascoltare. “Ascoltare significa possedere, oltre al nostro, il cervello degli altri”, Leonardo da Vinci. 

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Delegare

 Un pensiero comune è che più si delega agli altri più si conta e si è in alto nella catena di comando di un’organizzazione.
Il fatto vero è che pochi sanno delegare a modo.
Anche questa è un’attività ‘delicata’ che richiede conoscenze, capacità, livelli di controllo, pannello di verifica sempre acceso e cruscotto sempre con la chiave su on.
La stiamo facendo grossa?
Per niente, parliamo di decenni di esperienza dove ne abbiamo collaudate parecchie e abbiamo capito che la giusta misura non è nella delega, ma inizia molto prima.
Quanto prima?
Lo spieghiamo con cura rifacendoci ad un aspetto sempre trascurato, e cioè la connessione fra chi delega e chi la delega la riceve. Questo passaggio estremamente delicato ha bisogno di persone preparate. Non si improvvisa. Si studia, si impara e poi si mette in moto.
Se non lo si gestisce a questo modo avremo sempre persone oberate di lavoro, e altre più scariche. Il risultato sarà invidie, scarsa comprensione gli uni degli altri e poca fluidità nel lavoro.
Esattamente il contrario del risultato che cerchiamo. ‘Faccio prima a farlo da sola’, certo una volta, ma se lo devi poi ripetere centinaia, quando non migliaia di volte?
Forse era meglio investire su una delega. La delega toglie prestigio? Vedremo che non è vero, anche se molti non la intendono.

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Eliminare gli alibi

 Il sottotitolo di questo modulo dice: “Trasformare l’impossibile in possibile”.
Quando saremo passati attraverso le deduzioni teoriche e pratiche di questo modulo, avremo anche capito che tutto ciò che crediamo impossibile nel nostro lavoro è un insieme di limiti che ci siamo dati da soli.
Sappiamo come non sia facile far capire l’apparente mancanza di buon senso alla vera energia che muove ognuno di noi. Lì stanno i limiti e li metteremo a fuoco per sradicarli con la più palese delle attività: il ragionamento, l’esempio e l’esercizio. Poi c’è il carattere che è il baluardo dietro cui quasi tutti ci proteggiamo.
Non lo forzeremo e tanto meno lo offenderemo. Gli facciamo solo vedere che fuori dal guscio c’è un mondo bellissimo che vale decisamente la pena di essere provato.
Da questa realizzazione mentale, che di solito riesce, all’abbandono di una serie di alibi che delimitano in modo pesante la nostra azione il passo diventa più facile e possibile.
Dopo qualche volta che l’abbandono della vecchia abitudine riesce a vantaggio di una migliore riuscita il percorso diventa più agile e quasi in discesa. Per partecipare a questo modulo è necessaria un po’ di disponibilità personale, come quando si cerca di smettere di fumare.
Podium segna la via, ma tu devi essere disposto a percorrerla.

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Evitare scelte sbagliate

 Quando proponemmo per la prima volta questo modulo di formazione fummo additati come appartenenti ad una setta di veggenti. Niente di più sbagliato e soprattutto niente a che fare con gli indovini.
Se a questo punto descrivessimo questa formazione come una visione molto ampia delle nostre attività con un raggio visuale a trecentosessanta gradi, di sicuro ancora una volta daremmo l’idea di voler fare i saputelli. Questa però è l’atteggiamento giusto. Non il saputello.
La visione. Analizzeremo come fare ad allargare la nostra visione, di quali strumenti abbiamo bisogno, di quali professionalità farci carico nell’investimento della visione più ampia possibile.
La differenza fra un’impresa che riesce, ed una che soccombe sta spesso proprio in questo particolare passaggio. La conoscenza più allargata possibile del fenomeno che vogliamo analizzare ha a che fare proprio con la fattibilità dei progetti. Se sbagli prima, dopo gli errori si ingigantiranno a dismisura e davvero ci si farà del male.
Abbiamo visto decine, forse centinaia, di situazioni in cui la mancanza di analisi appropriata ha fatto fare carriere da gambero e costruito conflitti inimmaginabili. I mezzi li descriveremo, le informazioni sono disponibili mai come oggi. Fallire un progetto è un’opera devastante. Per questa ragione va evitato.
Ci dispiace molto per coloro che non hanno fatto centro pur avendoglielo detto.


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Fiducia nei colleghi

 La fiducia è gratis, quindi se ne potrebbe dare a bizzeffe a ciascuno si incontri anche per la prima volta.
Tutti sappiamo che non è così. Nelle aziende, anche se piccole, c’è un tale intreccio di interessi che la fiducia va davvero data con senso del ‘so cosa faccio’.
Questo è un primo focus. L’atteggiamento di fiducia che si nutre nei confronti di uno, o più colleghi, è il punto focale che interseca organizzazione, ruoli, deleghe e aspettative.
Le aspettative preludono il raggiungimento dei risultati. Quindi non ci si può scherzare troppo. La formazione attraversa in modo originale questo punto focale e ci porta a considerazioni di merito direttamente sul micro-agito per farci vedere come la relazione di un ruolo si esalta, o muore a seconda che venga gestito.
Il tutto non dipende solo dal management aziendale, quanto invece dalle attitudini che i colleghi mettono in moto fra loro. Questo è un altro passaggio focale.
Infine vedremo come la mancanza di fiducia sia spesso il retaggio di quello che ognuno di noi era in un passato che potrebbe non essere recente, ma che ha lasciato un segno profondo in chi ci circonda.
Vale il detto che: “Non avrai una seconda occasione per fare una bella prima figura”

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La forza del silenzio

 C’è una forza nel silenzio, è quella dell’ascolto.
C’è empatia nel silenzio, è quella di chi dimostra interesse.
C’è distruzione nel silenzio, è quella di chi non ti ascolta, non risponde, non si cura di te. E’ capitato a tutti di affrontare ognuna di queste situazioni.
L’ultima delle tre è difficile da affrontare. All’improvviso ci si chiede cosa ci si stia a fare lì. Ecco con queste premesse che possono essere dalla nostra parte, o usate contro di noi, così come potrebbero attive, cioè noi ne siamo attori, o passive nel caso ne siamo le vittime.
In questo modulo viene spiegato come uscire dagli angoli del silenzio degli altri e come non far sentire loro vittime del nostro silenzio.
E’ una presentazione con training molto adatta a chi lavora nel commerciale e incontra persone vis-a-vis. Ci sono esempi e training oltre la teoria che ci fanno riflettere sul risultato che vogliamo ottenere nei vari casi che si possono presentare e che in Podium abbiamo dovuto affrontare centinaia di volte, ognuno di noi, sia nella nostra vita professionale che in quella personale ove però non entreremo.
Il silenzio è panacea e cruccio. Importante come in tutte le cose sapere come gestirlo. Podium lo sa.

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La realtà amica

 La realtà è come è e non come vorremmo che fosse.
E’ vero. A volte è vero. Quasi sempre non lo è.
Che ci sia bisogno di adattarsi lo abbiamo detto e c’è un modulo dedicato, ma non abbiamo ancora detto perché possiamo fare in modo che la realtà ci sia un po’ più amica, o completamente amica.
Questo modulo non ha esercizi di training se non discussioni di training che possono essere molto istruttive. Può essere gestito on-line e discusso anche allo stesso modo.
Vedremo come una realtà che sembra ineluttabile spesso, quasi sempre, è solo il frutto di alcune decisioni che sono state prese da noi.
Anche la fortuna e la sfortuna sono spesso il risultato di queste inclinazioni nostre ed assolutamente personali. Esiste la forza maggiore, è vero, contro la quale ci sentiamo inermi, anche se … Intanto partiamo dai casi che già sono complessi e li sezioneremo in parti analizzabili da un punto di vista non vittimista.
Poi ci inoltreremo in quelli più complessi per scoprire che quasi niente è davvero impossibile da condurre in qualche modo alle nostre esigenze anche laddove prima ci sembrava impossibile. Podium ti fa provare un’ebbrezza nuova, con alcune idee che forse hanno sfiorato molti di noi, ma che non abbiamo focalizzato nel modo giusto. 

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L’arte di reinventarsi

 La zona di conforto per ognuno di noi è un posto comodo, ma pericoloso.
In questo modulo spieghiamo come sia impossibile progredire da un punto di vista professionale se manteniamo posizioni di comfort e non ci spingiamo oltre quello che normalmente pensiamo, facciamo, immaginiamo. “Il mondo come l’abbiamo pensato è il risultato del processo dei nostri pensieri.
Non può essere cambiato senza cambiare il nostro pensare”. Einstein è il cervello che ha partorito queste parole e che ci vede sostanzialmente d’accordo.
Rimanere dove si è vuol dire non tentare alcun progresso. Una filosofia impossibile per qualsiasi impresa e qualsiasi economia. In questo modulo vedremo ancora una volta come e quanto sia importante la flessibilità orientata questa volta al cambiamento.
Capiremo anche come la decisione di muovere il primo passo verso l’abbandono della comfort zone non sia immediatamente soluzione di realizzazione dei propri sogni.
E’ come la palestra. I muscoli non vengono fuori entrandoci. Neppure dopo pochi allenamenti succede. Ecco la comfort zona è un po’ bastarda come il peso in eccesso.
Ci vuole allenamento, determinazione e persistenza. Non è facile e immediato, ma funziona. In Podium spieghiamo come iniziare e come proseguire. L’allenamento però noi lo stiamo facendo da anni.
Profitta del nostro, ma inizia a fare sul serio il tuo percorso.

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Paura di esprimersi

 Questa presentazione esprime tutta la sua portata semplicemente raccontando una brevissima storia. Un volo transoceanico vedeva l’equipaggio di cabina dell’aereo composto ancora anche dalla figura del terzo membro che ad oggi non esiste più.
Questi aveva individuato alcuni malfunzionamenti che però per qualche motivo non disse. Forse il comandante era tipo troppo severo, o forse lui sottovalutò i mal funzionamenti.
Sta di fatto che quel volo cadde. Dieci morti e centosettantacinque sopravvissuti. Il tutto perché qualcuno non ha detto quello che pensava e che aveva visto.
In azienda il comportamento usuale può essere del silenzio per vari motivi. I più gettonati dei quali sono il timore di essere presi per una spia, la paura di non essere ascoltati, il pensiero che non ci compete.
Da soli questi tre potrebbero causare danni inimmaginabili. Da questa prima riflessione ci spostiamo su un altro focus che si apre immediatamente dopo.
Cioè quale cultura aziendale sia necessaria per battere i tre campioni di idiozia sopra descritti che potrebbero far cadere qualsiasi impresa.
In azienda, come su un volo, i malfunzionamenti dimenticati prima o poi causano guai seri. Il nostro compito è non solo scoprirli, ma fare in modo che ci vengano segnalati senza temere da parte di chi li vede di essere considerato in modo anomalo.

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Prendere decisioni

 Questa sembra una definizione che riguarda i quadri intermedi dell’azienda e sale su una specie di scala di responsabilità fino ai massimi livelli.
E se non fosse così? Meglio se non fosse solo così?
Nella costruzione del valore, quest’ultimo non è solo dipendente dalla scala decisionale al vertice della piramide, se facciamo riferimento ad una organizzazione verticista per intenderci più facilmente.
Anche alla base sono necessarie una serie di decisioni che possono non solo rendere il lavoro qualitativamente più attraente, ma anche più fluido e redditizio.
La definizione ‘redditizio’ non ha una valenza solo in termini di profittabilità delle azioni quotidiane, bensì una forte connotazione che entra prepotentemente nel senso di appartenenza.
Questo aspetto troppo spesso trascurato da aziende e manager, dovrebbe invece occupare parte dei nostri cervelli e fare in modo che l’attaccamento alla bandiera della nostra azienda passi attraverso le decisioni che si prendono che possono in questa visione significare solo due cose: portare il livello decisionale più in basso che si riesce, coinvolgere nel processo decisionale tutti i lavoratori impiegati.
Anche gli ultimi arrivati. Certo, contro corrente

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Risposte risolutive

 Una buona risposta richiede una giusta domanda che sia anche precisa nei termini di quello che vuole sapere.
Una risposta si suppone risolutiva quando è in grado di non dare atto a male interpretazioni ed elimina tutti gli ostacoli presenti in precedenza.
Come si fa? Una serie di esempi concreti su come agire, e come preparare il background per ottenere azioni e reazioni positive senza giri di parole e perdite di tempo a vuoto.
Il tutto compresi gli strumenti da utilizzare per ottimizzare un’attività importante come il carburante per l’impresa. Un’azienda in cui non si sappia gestire questo aspetto non è destinata a grande fortuna.

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Sicurezza da trasmettere

 Con questo modulo voliamo in alto mettendo a fuoco perché le sicurezze vanno trasmesse e come si fa.
Probabilmente è uno di quei moduli di formazione che se ripetuto diverse volte ogni volta dà spunti nuovi e diversi. Questo è quello che raccomandiamo.
E’ dedicato a tutti, come sempre, ma con una specifica attenzione per i quadri intermedi e per i manager aziendali e ovviamente per gli imprenditori.
Ci sono una serie di vantaggi nel fare questo modulo perché tutto quello che passa da qui si trasmette immediatamente nell’agito quotidiano alla velocità reale e corrispondente alla misura in cui lo stesso viene capito ed applicato.
Non è un miracolo.
E’ la semplicità e l’immediatezza dei concetti che sviscerati in profondità danno una visione immediatamente diversa del mondo e del modo in cui abbiamo sempre fatto le cose.
Fortemente raccomandato.

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Senso di appartenenza

 Ne abbiamo accennato in altri moduli di formazione dell’importanza di questa attività che deve costruire quasi un sentimento.
Il senso di appartenenza non si identifica con una busta paga, o con un lavoro, è qualcosa di molto più profondo che ognuno ha in modo diverso e che qualcuno potrebbe anche non avere. Il bandolo della matassa sta nel fare innanzitutto un lavoro che piace.
Questo è uno degli scogli sulla via della comprensione del fenomeno. Altri spunti sono la condivisione dei metodi e dei risultati.
Ovviamente l’impresa non può derogare dai propri principi, ed è altrettanto ovvio che nessuno è obbligato a condividerli. Però qui sta il focus nodale di questa formazione.
Non ci sarà mai vero senso di appartenenza se i principi sono troppo lontani gli uni dagli altri.
Lo sforzo per gestire questi due aspetti non è poco. Vedremo come farlo al meglio per raggiungere i risultati più immediati e duraturi.

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Organizzazione dello spazio

 Lo spazio è una dimensione in cui noi agiamo la nostra vita professionale e non.
In questo modulo vedremo in modo sintetico i vari tipi di spazio che viviamo e il modo di organizzarli al meglio.
Da quello privato a quello condiviso per continuare con quello virtuale.
Lo spazio virtuale sta prendendo sempre più le nostre vite.
Chissà quando finirà di occuparci sempre di più.
L’ordine dentro questi spazi è un aspetto fondamentale.
Li analizzeremo scoprendo le analogie fra il benessere e l’ordine dello spazio.

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Onestà brutale

 Questa formazione è brutale, lo dice il titolo.
Qui si pianifica la propria onestà, ma non quella che gli altri ci riconoscono, o meno. Bensì quella che noi riconosciamo a noi stessi. E’ un’opera difficile e complessa perché tutti siamo disposti a vedere gli altri, di rado noi.
Nel lavoro gli alibi, come abbiamo già visto in un altro modulo, sono il regno del ‘vorrei, ma non posso’. Qui sono messi a nudo. Ti confronti non con uno psicologo più, o meno bravo, bensì con un essere che è quello che vedi dall’altra parte dello specchio tutte le mattine.
Quella/o sei tu. Non ti puoi dire che va tutto bene se non riesci a vendere, o concludere un contratto, perché non è vero che va tutto bene.
Ancora una volta se vuoi sollevare un peso senza l’appropriato allenamento, o ci si farà del male, o non ci si riuscirà. Molto più probabilmente otterremo entrambi i risultati.
Non è quello che​ vogliamo; quindi, analizzeremo come uscire dalle trappole più comuni e da quelle più complesse e possibilmente non caderci mai più.

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Problem solving

 Ancora una volta la soluzione di una, o più questioni, sembra pane per i denti dei manager.
Vero solo a metà. Molti imprenditori si aspetterebbero dai loro impiegati soluzioni ai loro interrogativi quotidiani.
Anche questa attività ha una valenza buona solo a metà. Qualcuno si aspetterebbe che ognuno nella filiera organizzativa sapesse come risolvere le proprie faccende.
Quest’ultimo è uno dei punti per cui si cercano spesso impiegati con una certa esperienza. Anche questa terza è vera solo in parte. Il fatto che questa formazione sia controcorrente, presuppone aprire e colmare dei punti di vista che altrimenti sarebbero ovvi e che si possono leggere in qualsiasi libro di management.
Non è così. In questo modulo vedremo che le soluzioni seguono anche loro una parabola simile alle decisioni. Non sono sempre e solo in alto nella scala delle responsabilità aziendali, ma soprattutto è necessario fare in modo che la richiesta di soluzione venga formulata nel modo e nel momento giusto. Poi ci sono gli imprevisti.
Ci saranno sempre. Intanto sgombriamo il campo dal settanta, e forse più, per cento degli ingombri, poi si vedrà come gestire gli altri quando avremo recuperato la metà del nostro tempo nella gestione dei ‘problemi’ usuali.
Sembra un ossimoro, ma funziona. In Podium lo sappiamo.

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Permalosità

 Sei permalosa/o?
Mai trovato nessuno che dica di esserlo, se non una molto esigua minoranza, e nessuno che lo ammetta.
Però c’è in giro questa tendenza. La si vede nei rapporti interpersonali e qualche volta negli ambienti di lavoro esplode. Questo è il focus che analizziamo in questo modulo e vedremo qualche sistema per combattere questa tendenza che se prende piede può trasformare le nostre otto ore di lavoro in un inferno in terra.
Ci sono diversi metodi, alcuni che vengono da ricerche universitarie, altri che sono figli delle nostre esperienze. Tutti validi, la nostra attenzione sarà focalizzata sui metodi più immediati da poter utilizzare da chiunque in ufficio. In questo caso la maggior parte del carico del lavoro sarà sulle spalle dei manager che come sempre avranno il compito non solo di smorzare gli impeti, ma anche di fare in modo che questi non si impennino.
Come sempre: semplice, ma non facile.

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